La Mente: un’intervista con il Dottor Michael Newton, di Mary Arsenault. It

La Mente: un’intervista con il Dottor Michael Newton, di Mary Arsenault.

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In Memoriam, Michael Newton (1931-2016).

1º dicembre 2004.

Dottor Michael Newton.
Dottor Michael Newton.

Nel 1994, la vita come la conosciamo, con tutte le sue domande angosciose di perché siamo qua e dove si suppone che andiamo, arrivó alla sua fine con la pubblicazione di Journey of Souls, del Dr. Michael Newton. In questo libro, il culmine di oltre 20 anni di ricerca sulla regressione ipnotica che includeva la regressione ipnotica di più di 7.000 clienti alla loro vita fra le vite, il Dr. Newton racconta alcune scoperte sorprendenti sulla nostra esistenza continua nel regno spirituale dopo la morte fisica. Fra queste scoperte troviamo: che cosa si sente quando si muore, che cosa si vede e si sente immediatamente nel morire, il ritrovamento delle nostre guide spirituali, l’origine e il significato delle anime gemelle, lo scopo della vita, e le manifestazioni di un «creatore». Per questo suo primo libro, utilizzò 29 studi di casi, con i quali disegnò una mappa con il susseguirsi delle circostanze che l’anima incontra dal momento della sua morte fisica fino alla scelta di ritornare di nuovo al mondo fisico.

Nel secondo libro, Destiny of Souls, pubblicato nel 2000 e votato come «Miglior Libro Metafisico dell’Anno» nella Book Expo di Chicago, il Dr. Newton esplora nei minimi particolari il funzionamento interno del mondo spirituale con altri 67 casi. I temi trattati includono i piani astrali, i sistemi di anima gruppale e la dinamica della comunità, il consiglio degli anziani, il progresso dell’anima, le linee del tempo, le scelte del corpo, come gli spiriti counicano con i vivi, e molto altro. Questi due libri, tutti e due best-seller e tradotti in venticinque lingue, contengono quello che si può considerar una guida del viaggiatore dei regni spirituali.

Il Dr. Newton, ora ritirato dalla sua attività, durante anni ha preparato altri ipnoterapeuti nelle tecniche da lui utilizzate per indurre una regressione ipnotica allo stato della vita fra le vite. Il suo ultimo libro, Life between Lives: Hypnotherapy for Spiritual Regression, scritto per i professionisti e pubblicato dalla Llewellyn Publications, è una guida passo a passo alla metodologia e alle parole chiave utilizzate per facilitare la regressione ipnotica ai regni spirituali. Attingendo ampiamente ai nuovi e più recenti studi, il libro riuscirà interessante anche per i non professionisti che però conoscano il lavoro del Dr. Newton, desiderosi di avere altra informazione sulla vita fra le vite.

Assieme, questi tre libri rappresentano una trilogia completa di quello che si può descrivere come la conquista più sorprendente, trasformatrice, avanguardista nella conoscenza mai offerta alla razza umana. Superate le prove finali di metodologia scientifica di riproducibilità, i ritrovamenti della ricerca del Dr. Newton sono stati verificati da altri ipnoterapeuti LBL situati in diverse parti del mondo.

Il Dr. Newton, psicologo consulente, maestro ipnoterapeuta, insegnante e autore, è anche il fondatore della Society for Spiritual Regression, un’organizzazione internazionale creata allo scopo di preparare degli ipnoterapeuti con esperienza nelle tecniche usate per la regressione alla vita fra le vite.

Secondo la letteratura, lei inciampò nella regressione alla vita fra le vite in modo accidentale attraverso una seduta abituale di regressione a vite passate. Quali furono le circostanze che accompagnarono questa scoperta?–

Bene, un giorno venne da me una donna con un problema di depressione, che affermava di sentirsi isolata dalla società e di sentire una terribile smania di stare con i suoi vecchi amici. Le chiesi se questi vecchi amici che non c’erano più erano amici d’infanzia, e lei disse: «No, non li vedo nella mia vita ordinaria, soltanto nei miei sogni». La portai ad una ipnosi profonda e le chiesi se questi amici assenti erano forse gente che avesse conosciuto in qualche momento della sua vita adulta. «No,» disse. Erano forse amici scomparsi dell’infanzia? «No,» disse di nuovo. Allora incominciammo ad esplorare diverse vite passate e incominciarono a saltar fuori un paio di questi cari amici. Ma lei continuava a dire che non aveva visto la maggior parte di loro, e quello che davvero voleva era vederli tutti assieme. Secondo quanto diceva, questa era la ragione per la quale si sentiva isolata. A questo punto non avevo la più pallida idea di dove ci trovavamo e incomincavo a sentirmi contrariato. Non mi ero reso conto che questa donna era molto ricettiva che stava raggiungendo un stato molto profondo in un modo che, come imparai più tardi, era il modo corretto di portare qualcuno ad uno stato di supracoscienza. Senza accorgeremene avevo usato delle parole che, come poi scoprii, erano «parole chiave» per facilitare il processo della regressione. In questo caso era la parola «gruppo». Finalmente, le chiesi se in qualche momento della sua esistenza non si era sentita sola perché era col suo «gruppo» di amici, e immediatamente esclamò «SÍ!» Allora semplicemente le dissi di andarci, e subito dopo, con gli occhi chiusi rideva e indicava verso la parete del mio ufficio dicendo: «Ora li vedo tutti!» Le chiesi dove ci trovavamo, se era una vita passata, e rispose: «No, sono nel mondo degli spiriti!» Questo mi aprí una porta. Avevo già fatto regressioni a vite passate, una cosa che non avevo mai fatto prima nella mia pratica tradizionale, così potevo dire di essere pronto ad entrare in azione nel lavoro metafisico. Comunque, i risultati di questa seduta cambiarono tutto per me. Ero ossessionato con quanto era successo, continuavo ad ascoltare il nastro una volta dietro l’altra, affinando il metodo con altri clienti, e lentamente questo complesso rompicapo incominciò ad avere un significato.–

Come fu ricevuto il suo lavoro nel mondo accademico?–

Quando feci la scoperta che era possibile raggiungere l’anima e la mente immortali per mezzo dell’ipnosi profonda, non ne dissi nulla a nessuno. Naturalmente, la gente con la quale lavoravo lo sapevano, e ne parlarono con i loro amici, molti di loro diventarono clienti, ma io non andavo ai congressi metafisici, non andavo alle librerie a cercare materiale metafisico: non volevo essere condizionato o influenzato da niente. Semplicemente continuavo a lavorare da solo, cercando di raggiungere delle conclusioni. La maggior parte della ricerca la feci negli anni ’60 e ’70, e non incominciai a scrivere Journey of Souls fino agli anni ’80. Ci misi parecchi anni a scrivere quel primo libro, perché non era stato scritto nulla di simile prima e volevo che si capisse bene il materiale. Quando finalmente fu pubblicato e i miei vecchi colleghi lo videro, pensarono che avevo perso la testa! Non potevano crederci! Alcuni erano affascinati, principalmente quelli che lavoravano con la ipnoterapia, però in generale questo tema non attrae gli psicoterapeuti molto convenzionali. Quelli che realmente accettarono il mio lavoro furono il pubblico in generale che voleva dell’informazione sulla vita nell’aldilà, qual’era lo scopo di essere qua, perché avevano scelto i corpi che avevano, ecc.–

Per la maggior parte della gente, tradizionalmente la Religione ha colmato questa lacuna dell’informazione sull’aldilà. Lei aveva credenze religiose di qualche genere o convinzioni prima di iniziare la sua ricerca?–

No, non facevo parte di nessuna religione o istituzione, e, a dire il vero, mi mettevano in fuga, e in certo modo questo succede ancora, sebbene io rispetto la fede delle persone perché è quella che ci sostiene. Diciamo che la mia vita religiosa consisteva nella ricerca filosofica e nell’interesse per la reincarnazione. Si potrebbe quasi dice che sono ateo, ed è curioso per me pensare perché sono sta «scelto», da chiunque faccia le scelte, per fare questo lavoro e far conoscere al pubblico l’informazione. Non posso pensare di nessuno che sia meno qualificato di me. Comunque, da quando faccio questa ricerca i miei clienti mi hanno dato delle nuove basi di credenze spirituali e io sono grandemente in debito con loro.–

Come poteva essere sicuro che quello che la gente le diceva era un’esperienza spirituale reale e non una fantasia preparata da loro?–

Bene, una delle cose che un ricercatore serio deve fare è non suggerire mai una risposta ad una domanda. Questo produrrebbe distorsioni. Io trattavo ogni caso come se stessi ascoltando quell’informazione per la prima volta. Non facevo mai domande del tipo: «Vede questa persona?», piuttosto chiedevo: «Che cosa vede?» Al principio avevo paura che la gente stesse creando una fantasia, anche se sapevo che nell’ipnosi profonda questo non succede. La gente semplicemente non vagheggia. La loro mente è troppo organizzata. Quello che mi ha convinto a continuare con la ricerca fu la coerenza dei resoconti. Ero sorpreso dal fatto che, indipendentemente dalla religione, cultura o nazionalità della persona, quando erano in ipnosi profonda tutti dicevano quasi le stesse cose. Inoltre, negli ultimi anni ho preparato altri terapeuti perché facciano questo lavoro e le loro versioni sono simili alle mie. Questa è una vera confermazione ed io ne sono felice.–

Tenendo in conto le convinzioni religiose dei suoi clienti, ha trovato che le loro credenze soffrano qualche cambiamento dopo aver avuto l’esperienza sotto ipnosi della vita fra le vite?–

Qualche volta, per esempio un cristiano, quando entra per la prima volta nel regno spirituale e vede qualcuno che va verso di lui, dice «Vedo Gesú che viene verso di me!» Io sono molto paziente con la gente e prudente con le loro credenze religiose. Dico: «È meraviglioso! Lasciamo che questo essere si avvicini un po di più, e poi mi dica quello che vede.» A misura che la persona si avvicina cambiano idea e dicono: «No, non è Gesú, è tizio,» che può essere un amico o la sua guida spirituale. Dopo la seduta molti si svegliano piangendo di gioia, afferrano il loro nastro registrato con forza. Quello che è più importante per loro è sapere che, al contrario degli insegnamenti religiosi che possano aver avuto, quest’informazione viene direttamente dal loro banco di dati.–

Ha mai fatto personalmente una regressione alla vita fra le vite?–

Sí, pero devo dire che ho aspettato molto tempo per trovare la persona adatta. Sono molto pedante! In uno dei miei programmi di allenamento trovai una psicoterapeuta molto intuitiva e abile, e le chiesi se era disposta a farmi una seduta. Fu un seduta meravigliosa.–

Ha fatto ricerche, lei o qualcuno dei suoi clienti, in vecchi documenti per verificare le vite passate più recenti?–

Alcuni clienti controllano la verità della loro esperienza per mezzo di vecchi registri, se sono disponibili. Anche se in genere lascio questa ricerca al cliente, recentemente ho seguito un caso io stesso, specialmente perché avvenne vicino a dove abito a High Sierras. Questa donna disse che era stata un membro del gruppo Donner, che si persero nelle montagne e dovettero ricorrere al cannibalismo per sopravvivere. Il centro dove questo avvenne non è lontano da me, così potei consultare dei vecchi diari e verificare quanto aveva detto questa donna. È soprendente quanto sapeva!–

Ha qualche teoria del perché, in questo momento della storia, ci è finalmente permesso l’accesso all’informazione relativa alla nostra vita fra le vite?–

Io personalmente penso che qui funzionano due fattori: uno è la tremenda sovrappopolazione della Terrra. Mai prima nella storia c’era stata tanta gente viva sulla Terra e siamo come ratti in un labirinto –specialmente la gente che vive nelle grandi città– e questo produce una perdita dell’identità. Io credo che i poteri esistenti forse hanno permesso a me e ad altri di scoprire un po’ più d’informazione di quanto sarebbe stato permesso in tempi passati a causa di questo. La seconda ragione, credo, è l’uso esteso delle droghe. È vero che l’alcool è stato in giro durante migliaia di anni. Però ora i bambini delle scuole elementari hanno accesso a delle droghe, come la coca e l’eroina, e si drogano fino a perdere i sensi. Questo è quello che le nostre guide e maestri non vogliono che facciamo. L’anima non può funzionare con una mente drogata. Non siamo qua per sfuggire dalla realtà. –

Il suo ultimo libro, Life between Lives: Hypnotherapy for Spiritual Regression, da delle istruzioni passo a passo parché gli ipnoterapeuti possano effettuare le regressioni alla Vita fra le Vite (LBL). È questo libro l’unica cosa di cui ha bisogno un ipnoterapeuta per incominciare a fare delle regressioni LBL, o raccomanda un addestramento ulteriore?–

Sebbe un ipnoterapeuta esperto potrebbe in teoria utilizzare il mio libro come guida per effettuare le regressioni ipnotiche alla Via fra le Vite, una seduta reale richiede circa tre o quattro ore, ed è molto esigente mentalmente e fisicamente sia per il terapeuta che per il cliente. La maggior parte degli ipnoterapeuti sono abituati a fare delle sedute utilizzando soltanto lo stato alpha, che dura circa 45 minuti. Per la regressione LBL il cliente deve essere nello stato theta, lo stato che raggiungiamo al momento di addormentarci, e in genere ci vuole un’ora per portare il ciente a questo stato prima di poter incominciare a lavorare. Ci vuole un certo tipo di terapeuta per fare questo lavoro. Chiaramente non è per tutti, ed io raccomando decisamente un allenamento addizionale prima di includere la regressione LBL nel nostro lavoro.–

Mary Arsenault è editrice di Wisdom Magazine. Per altre informazioni sul Dr. Michael Newton, e prossimi corsi, si visiti il sito:

https://www.newtoninstitute.org/

Link dell’intervista originale in inglese:

http://www.souljourneying.com/articles/article/2133640/28077.htm

Traduzione: Loto Perrella.