Dottoressa Viviana Zenteno. Le regressioni come una terapia dell’anima. Intervista Terra, 6.05.2010. It

Dottoressa Viviana Zenteno. Le regressioni come una terapia dell’anima. Intervista Terra, 6.05.2010.

Terra Networks.Intervista di Terra Networks Chile. Da: Carmen Luz Heredia.
Traduzione: Loto Perella.

Giovedí, 6 maggio 2010.

Dott.ssa Viviana Zenteno.Dott.ssa Viviana Zenteno.

Le regressioni come una terapia dell’anima.

Per mezzo di questa tecnica il passato si mescola con il presente e si avviano una serie di fatti che non sono nel cosciente.

Santiago. Giovedì, 20 luglio 2006. «Terapia del alma» («Terapia dell’anima») è il titolo del libro della Dott.ssaViviana Zenteno, dove descrive i diversi casi di regressioni che ha compiuto con i suoi pazienti.

Per lei, più che una regressione è una terapia dell’anima, perché lavora a fondo appellando alla saggezza che esiste nel più profondo delle persone.

Secondo la Dott.ssa Zenteno, il mondo della medicina può guarire i dolori fisici, i problemi mentali, fra altri, però non può guarire le malattie dell’anima. Per questa ragione si decise a investigare sulle regressioni, e piano piano col tempo tutto arrivò. Dapprima fu un libro del noto terapeuta Brian Weiss sulle vite passate, per poi passare a studiare a fondo questa tecnica e proseguire su questa strada.

Come ha imparato la tecnica della regressione?–

–Mi ero messa in contatto con il Dott. José Luís Cabouli, specialista nelle terapie di vite passate, che inoltre ha anche scritto diversi libri su questo tema. Io lessi il suo primo libro che trovai molto interessante, e dopo gli scrissi e iniziai un corso intensivo in tre tappe.–

Perché decise di strudiare le regressioni?–

–Sono sempre stata molto irrequieta, ma non ho mai dubitato che volevo essere medico, volevo aiutare le persone a guarire e per questo scelsi la medicina generale che è sufficientemente ampia per includere tutte le persone con le loro malattie. Ho sempre avuto una buona sintonia con la gente, infatti ci fu un momento in cui pensai di farmi psichiatra, ma poi decisi che la medicina generale mi permetteva una visione del paziente più ampia. Col tempo mi resi conto che mi mancava qualche cosa, potevo aiutare a guarire il corpo, la mente, però c’era qualche cosa del paziente che mi sfuggiva, e mi rendevo pure conto che la gente ammalava quando stava male emozionalmente.

L’esperta ci spiega che allora si rese conto che quasi tutte le malattie hanno un componente emozionale. «Questo mi causò molta inquietudine. Pensavo: ̶ Sto trattando una parte, ma mi manca qualche cosa. ̶ Volevo arrivare all’anima dei pazienti.»

In questo periodo arrivò il maestro ed incominciò ad arrivare l’informazione su queste terapie. «Non ero sicura se la cosa era certa oppure no. E incominciai a pensare come potevo fare per scoprire la verità. Ne parlai con il dottor Ronald Schulz, un medico cileno che esercita la terapia regressiva, e feci una seduta con lui. La cosa mi piacque molto e mi interessò, e proprio allora trovai il libro del dottor Cabouli. La sua lettura mi convinse e andai in Argentina per specializzarmi e poter lavorare con i miei pazienti».–

Come si combinano la medicina e le regressioni?–

–In primo luogo nel mio gabinetto le due cose sono separate: in questa sala faccio le regressioni, e in quella accanto lavoro con la medicina. Ma è tutto diverso, infatti la terapia regressiva richiede più tempo, sono molto differenti.–

Perché è una terapia dell’anima?–

–Io la considero una terapia dell’anima perché si lavora in profondità, facendo ricorso alla sapienza che è nell’anima delle persone. Con le regressioni si mettono in azione dei fatti che si trovano soltanto nell’anima. La memoria sta nell’anima.

In certo modo è anche una autoterapia accompagnata da un terapeuta, ma le risposte che ci servono per guarire stanno dentro di noi.–

Qual’è allora il compito del terapeuta?–

–Quando qualcuno chiede questa terapia, il terapeuta agisce da guida, accompagna, ma le risposte son dentro il paziente stesso.–

Qual’è il processo per trasportare il paziente ad una vita passata?–

–Prima ho un colloquio per conoscere la persona, per conoscere il suo problema, per quali motivi vuole fare una regressione. Mi chiedono anche dettagli sulla sicurezza dell’operazione. Quando una persona viene al mio gabinetto per sottomettersi a una regressione, mi interessa che abbia motivi più elevati, più spirituali. Farlo per curiosità non ha troppo senso.–

Le regressioni che lei fa arrivano fino al ventre della madre o arrivano anche a vite anteriori?–

–Arrivano anche a vite anteriori, ma questo non dipende da me, dipende da quanto serve al paziente. Quando il paziente consulta su qualche cosa, per esempio su una fobia, o che abbia paura dei ragni e non ricorda di aver avuto questo tipo di problemi in questa vita, è probabile che il problema venga da vite anteriori. In genere lì si lavorerà su vite passate, ma può succedere che il paziente ricordi qualche cosa e ci sia un episodio di paura coi ragni in questa vita, che potrebbe essere la ripetizione di un fatto avvenuto in una vita precedente. Allora forse nella prima regressione appare soltanto questa vita, ma se si continua a cercare forse appariranno delle vite passate.–

Che specie di dolori o di carenze si possono guarire o recuperare con una regressione?–

–In primo luogo emozionali: crisi di panico, sindromi di angoscia, problemi relazionali, sia fra genitori e figli, con la coppia, ecc. Anche problemi di vocazione o se ci sono problemi per affrontare e portare avanti la carriera.–

Fonte: Dott.ssa Viviana Zenteno. Telefono: 331 0371 / 331 0530.

Da: Carmen Luz Heredia.

Copyright Terra Networks Chile A.A.

Link dell’intervista originale in spagnolo pubblicata nella web «Terapia del alma» («Terapia dell’anima»):

https://terapiadelalma.org/entrevista-terra/