José Luis Cabouli: «Ci sono dei casi di gente con l’anima di un fratello morto». It

José Luis Cabouli: «Ci sono dei casi di gente con l’anima di un fratello morto».

La Verdad. Logo.La Verdad. Venerdì, 25 maggio 2012.

«Ci sono dei casi di gente che ha l’anima di un fratello morto».

José Luis Cabouli. Specialista in terapia regressiva.

L’esperto utilizza una tecnica di regressione a vite passate per risolvere i conflitti ed i problemi psicologici dei suoi pazienti.

Lo specialista argentino José Luis Cabouli. A.C.
Lo specialista argentino José Luis Cabouli. A.C.

Lo specialista argentino José Luis Cabouli. A.C.

M.T.B. Elche. La terapia applicata da quest’esperto non ha niente a che vedere con la magia, l’ipnotismo, o le sedute esoteriche. Il dottor José Luis Cabouli (Buenos Aires, Argentina, 1950), un eferente mondiale in terapia regressiva, sostiene che rivivere esperienze traumatiche di vite passate può risolvere conflitti e problemi psicologici, come le fobie e le paure. I casi più shockanti che ha trattato in 25 anni di esercizio della professione sono dei pazienti che scoprono che in loro esiste reincarnata l’anima di un fratello morto. Questo laureato in medicina, che era stato chirurgo plastico, questo weekend offre una conferenza e un seminario nel centro di terapie naturali Espígol.

È necessario credere perché la terapia regressiva sia efficace?

No, non centra con i credi, è valida per tutti.

Qual’è il suo scopo?

Si tratta della guarigione delle ferite dell’anima e dei traumi. Viene utilizzata per curare i problemi psicologici, come le depressioni, le fobie, le paure… persino i dolori che non hanno una causa medica, come certe cefalee o nevralgie.

Lei sostiene che la causa è da ricercare in altre vite da noi vissute?

Nelle vite passate e persino nella prima infanzia, nel momento della nascita o durante la vita fetale. Le esperienze sono nel subconscio e bisogna cercare la causa traumatica originale, perché sempre ce n’è una, e riviverla per poterla superare.

E questo com’è possibile?

Quando lavori con le emozioni, cominciano ad affiorare delle esperienze che non appartengono all’ambito della vita quotidiana, e sorgono in modo naturale. Attraverso le emozioni il paziente entra in uno stato espanso di conscienza. La chiave si trova nel fatto che per l’anima non esiste il tempo. Per esempio, una persona che abbia paura del mare o di imbarcare, forse in una vita passata ha vissuto l’affondamento del Titanic. Il corpo è morto, ma l’anima continua ad essere bloccata in quel momento, in un’esperienza senza fine che si è installata nella sua vita presente.

In che modo aiuta i suoi pazienti a riviverle senza utilizzare l’ipnosi?

Il paziente deve mettere a fuoco quella sensazione e sentirla profondamente finchè possa soffrire quella sensazione che il trauma ha provocato. Quello che ti guarisce è il riviverla nel corpo e questa è la parte più dura. Per esempio, se i problemi respiratori o l’oppressione rispondono al fatto che è morto sul patibolo, deve arrivare a sentire la corda al collo. In questo modo l’anima può liberarsi da questo trauma e farla finita.

E nel caso della nascita o della vita fetale?

Se il momento della nascita è stato traumatico potrebbe aver risvegliato quest’esperienza di una vita passata. Anche nel seno materno, tutto quanto succede alla madre il feto lo vive come se fosse suo. A volte, le depressioni e le paure possono venire dal ventre materno.

Mi dica il caso più shockante che abbia trattato in ambulatorio.

Alcuni dei casi più scioccanti succedono quando, nel corso di una regressione, un adulto scopre che è il fratello maggiore morto prima che lui nascesse. Nelle famiglie con dei figli morti ci sono molte probabilità che l’anima reincarni in un fratello successivo.

Traduzione: Loto Perrella.